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Søren Kierkegaard. - ppt scaricare

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La domanda fondamentale Che cosa significa esistere? è la domanda più importante che possiamo e dobbiamo porci non è una domanda astratta Dobbiamo SCEGLIERE chi vogliamo essere
Che cosa significa esistere è la domanda più importante che possiamo e dobbiamo porci. non è una domanda astratta. Dobbiamo SCEGLIERE chi. vogliamo essere.
Non scegliere è comunque scegliere. POSSIBILITA’ AUT-AUT. Infinite. possibilità dell’errore, dell’annul-lamento di sé, della perdizione. Una scelta esclude per sempre tutte le altre.
[…] Immagina un capitano sulla sua nave nel momento in cui deve dar battaglia; forse egli potrà dirsi bisogna fare questo o quello ; ma se non è un capitano mediocre, nello stesso tempo si renderà conto che la nave, mentre egli non ha ancora deciso, avanza con la solita velocità, e che così è solo un istante quello in cui sia indifferente se egli faccia questo o quello. Così anche l’uomo, se dimentica di calcolare questa velocità, alla fine giunge a un momento in cui non ha più la libertà della scelta, non perché ha scelto, ma perché non l’ha fatto, il che si può esprimere anche così: perché gli altri hanno scelto per lui, perché ha perso se stesso ..
Il Singolo uomo è. unico e irripetibile. SCELTA. INEVITABILE. LIBERA. Per Hegel la realtà è governata dalla necessità, non è aperta alla categoria della possibilità. Non scegliere è comunque scegliere. POSSIBILITA’ AUT-AUT. Infinite. possibilità dell’errore, dell’annul-lamento di sé, della perdizione. Una scelta esclude per sempre tutte le altre.
Il Singolo uomo è. unico e irripetibile. ANGOSCIA. SCELTA. INEVITABILE. LIBERA. Non scegliere è comunque scegliere. POSSIBILITA’ AUT-AUT. Infinite. possibilità dell’errore, dell’annul-lamento di sé, della perdizione. Una scelta esclude per sempre tutte le altre. la possibilità è la più pesante delle categorie
Perfino Cristo l’ha sperimentata. INEVITABILE. ANGOSCIA. Non è la PAURA. E’ la vertigine della libertà, l’ansia paralizzante che prende l’individuo quando vede di fronte a sé le infinite possibilità. - tra cui: perdere se stesso, annullarsi. E’ da Adamo che nasce l’angosciante possibilità di potere
Un uomo si trova sopra una rupe. Se guarda sotto proverà due tipi di paura: quella di cadere e quella causata dall’impulso di gettarsi. Nel secondo caso si tratta di angoscia, quella che nasce dalla comprensione di avere la totale libertà di scegliere se buttarsi o no, di assumere perfino la decisione più terrificante. Questa è la vertigine della libertà . ANGOSCIA.
È il dubbio della personalità È la negazione del proprio vero io. è una malattia nello spirito, nell’io malattia mortale
UOMO. = IO (coscienza) rapporto. Corpo. Finito. Tempo. Possibilità. Spirito. Infinito. Eternità. Necessità. DIO. E’ un rapporto che si rapporta con se stesso. E’ un essere creato, posto da Dio.
Disperazione di voler essere se stesso. = SPIRITO. Ma l’uomo è troppo debole e limitato. È inconsapevole della propria natura, di essere spirito. Disperazione di NON voler essere se stesso. = AUTOSUFFICIENTE. Ma l’uomo è posto da Dio.
… ma consiste nel VIVERE la MORTE DEL PROPRIO IO. è un provare, vivendo, il morire è un vivere da moribondi. la morte sarebbe un sollievo: il tormento della disperazione è proprio il non poter morire impotenza.
AUT-AUT. TRE STADI. Tre macro-possibilità, tre possibili scelte da compiere sul proprio io. Non c’è passaggio graduale. C’è uno stacco netto tra gli stadi: per passare a un altro stadio c’è bisogno di un SALTO. Una scelta esclude tutte le altre: AUT-AUT (o… o…)
Amico mio! Quello che ti ho già detto tante volte, te lo ripeto, anzi te lo grido: o questo, o quello, aut-aut! […] Queste parole hanno sempre fatto su di me una profonda impressione, specialmente quando le pronuncio così, semplici e nude; in esse esiste una possibilità di mettere in moto i contrasti più tremendi. […] Penso alla mia gioventù, quando, senza ben afferrare il significato della scelta nella vita, con infantile confidenza ascoltavo i discorsi dei più anziani; e l’istante della scelta era per me venerabile e solenne, benché nella scelta seguissi allora solo le istruzioni degli altri. […]
Penso a tutti gli altri casi, nella vita, in cui dovevo scegliere; poiché, anche se è vero che queste parole hanno un’importanza assoluta solo nel caso in cui, da una parte appare la verità, la giustizia, la santità, e dall’altra il piacere, le inclinazioni, le oscure passioni e la perdizione; anche in casi in cui l’oggetto della scelta è per sé indifferente, è sempre importante scegliere giusto, provare se stessi, poiché un giorno, con dolore, non si debba ricominciare dal punto di partenza, ringraziando Dio se non ci si fa altro rimprovero che di aver perso tempo .
Se un uomo potesse mantenersi sempre sul culmine dell’attimo della scelta, se potesse cessare di essere un uomo, se nel suo essere più profondo fosse solo un aereo pensiero, se la personalità non avesse altra importanza che quella di essere un nanetto che prende sì parte ai movimenti, ma rimane sempre lo stesso, se fosse così, sarebbe una stoltezza dire che per un uomo può essere troppo tardi per scegliere, perché, nel senso più profondo, non si potrebbe parlare di una scelta. La scelta stessa è decisiva per il contenuto della personalità; colla scelta essa sprofonda nella cosa scelta, e quando non sceglie, appassisce in consunzione.
Questo è il momento della riflessione. Ma esso non è affatto come l’attimo platonico […]. Ciò che deve essere scelto sta nel più profondo rapporto con chi sceglie, e quando si parla di scelta che riguardi una questione di vita, l’individuo in quel medesimo tempo deve vivere, e ne segue che è facile, quanto più rimandi la scelta, di alterarla [insomma, anche non scegliere, prendere tempo, è una scelta…] .
L’uomo fa una scelta: sceglie la moralità, il dovere, la responsabilità, l’inserimento nell’universale umanità. RELIGIOSO. L’uomo raggiunge il vero se stesso, grazie alla fede.
aistesis, sensazione Don Giovanni e Jhoannes. mozartiano. Gode del piacere fisico, del possesso e della conquista materiale delle donne. È pura spinta sensuale-corporea-sessuale (vs riflessione) È musica: flusso trascinante che si pone al di qua e al di sotto dello stadio della riflessione e della razionalità. Non sceglie se stesso, ma ciò che è fuori di lui: si auto-cancella, si fa specchio di fronte alla sua conquista.
Dal Diario del seduttore , in Aut-aut. Esteta intellettuale (non sensuale) Non mira alla conquista fisica; il suo è un gioco psicologico-seduttivo. Non ama Cordelia: essa è solo una cavia per il suo gioco di seduzione. È quest’ultimo che provoca in lui piacere.
Non c’è riflessione su di sé. Vive nell’attimo e per l’attimo, per il piacere. Superficialità. - Per lui la vera vita è quella che sta fuori, nel mondo (donne, vino, lusso, il denaro, l’ambizione ecc.) Passività. Si lascia trascinare, non sceglie: il suo piacere dipende dal mondo, dalle occasioni che esso gli offre, da ciò che è fuori di lui (perfino seguire un proprio talento è una non scelta)
Il vortice dei piaceri alla fine lo stanca. Può arrivare alla disperazione, cioè alla consapevolezza dell’impossibilità di entrare in contatto con il proprio io (ciò per K. è positivo: solo così può saltare in uno stadio diverso) […] quando l’uomo dispera, allora è il momento in cui può scegliere per sé non una vita superficiale, ma la vita eterna ; Appare dunque che ogni concezione estetica della vita è disperazione, e che chiunque vive esteticamente è disperato, tanto se lo sa quanto se non lo sa. Ma quando lo si sa, una forma più elevata di esistenza è una esigenza imperiosa
La tua vita è una mascherata, tu dici, e questo per te è fonte inesauribile di divertimento, e sei così abile che ancora nessuno è riuscito a smascherarti: poiché ogni manifestazione tua è sempre un inganno […]. In questo sta la tua attività, nel mantenere il tuo nascondiglio, e questo ti riesce, perché la tua maschera è la più misteriosa di tutte; infatti non sei nulla. […] Puoi pensare qualche cosa di più terribile di ciò, che alla fine il tuo essere si disfi in una molteplicità, divenga una legione come gli infelici esseri demoniaci, e che così tu perda ciò che è più intimo, più sacro nell’uomo, il potere che lega insieme la personalità […] [Ma] se avrai, o piuttosto se vorrai avere, l’energia necessaria, puoi vincere, il che è la cosa principale nella vita, puoi vincere te stesso, conquistare te stesso.
DOTI: capacità di scegliere, costanza, continuità, coerenza, virtù. Senso di responsabilità e del dovere, rappresentati dalla figura del marito. Manca l’amore travolgente tipico del Don Giovanni, ma nel matrimonio l’amore, sorpassando la fase dell’innamoramento in cui tutto è esaltante, acquista spessore e profondità. Importanza del lavoro: è ciò che crea la rete di relazioni che è la comunità (che senso avrebbe un’etica senza una comunità ). Grazie ad esso l’uomo assolve la propria funzione e assume il proprio ruolo.
La grandezza non consiste nell’essere questo o quello, ma nell’essere se stesso, e questo ciascuno lo può se lo vuole . Riflessione su di sé, che porta a una… Scelta. Non più passività: l’uomo etico sceglie e si assume le proprie responsabilità. Scegliendo ciò che è (importante è l’atto della scelta, definitivo, responsabile, energico, scegliere e mantenere salda la propria decisione), supera la frammentarietà della personalità estetica. Miglioramento di sé tramite il dovere, l’impegno e il sacrificio. Il Singolo etico ha il suo fine nell’universale: toglie la sua singolarità per diventare, immergersi nel generale; unifica l’universale (il dovere degli uomini) e il particolare (lui stesso)
L’uomo etico sente l’inadeguatezza morale di fronte a Dio, la profonda crepa che separa la sua natura di peccatore dalla perfezione divina. Ecco che si pente: ciò porta al salto della fede (totalmente altro rispetto sia alla ragione che alla morale).
In Timore e tremore. Abramo, Il cavaliere della fede Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». 2 Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, va nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». 3 Abramo si alzò di buon mattino, sellò l asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. 4 Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. 5 Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». 6 Abramo prese la legna dell olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt e due insieme. 7 Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov è l agnello per l olocausto ».
Proseguirono tutt e due insieme; 9 così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull altare, sopra la legna. 10 Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. 11 Ma l angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». 12 L angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male. Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio». 13 Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. 14 Abramo chiamò quel luogo: «Il Signore provvede», perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore provvede». 15 Poi l angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta 16 e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio, 17 io ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. 18 Saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce»..
Il Singolo sta in un rapporto assoluto all’Assoluto L’uomo è SOLO, sciolto da ogni altro uomo, di fronte a Dio. Nella fede il Singolo si isola come più alto del generale: non ha più legami con gli uomini, con la morale, con la razionalità. Uccidere il figlio non sarebbe certo una scelta etica, né razionale! È incomprensibile, dal punto di vista etico (e quindi solo)
Uomo religioso. Agamennone, l’eroe tragico. Abramo, il cavaliere della fede. lascia il certo per il più certo ancora Non ha certezze, il suo è un rischio, un salto nel vuoto. Il suo gesto è comprensibile e comunicabile. Il suo gesto è incomprensibile sul piano etico, e dunque incomunicabile. Il sacrificio desta ammirazione. Il suo sacrificio desta orrore. Sceglie l’universale (il bene della Patria) Oltrepassa l’universale. Resta insieme agli uomini. E’ solo di fronte a Dio.
Uomo estetico Uomo etico Uomo religioso

Soren Kierkegaard

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